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Lettura del giorno - Un Oscuro Scrutare 1.0

  • Immagine del redattore: lollodan
    lollodan
  • 6 mag
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 23 mag

Perché si rilegge un libro?



Non sono mai stato un "rilettore" di libri. Forse implicitamente ho sempre dato troppo peso alla trama di un libro per poterlo voler rileggere: una volta che essa è stata scoperta del tutto, perché dovrei voler riviverla? La novità di ciò che accade nella pagina successiva per me è sempre stata la "forza guidante" di un'esperienza di lettura.


Con Philip K. Dick è stato diverso. Sono ora alla seconda lettura di Un Oscuro Scrutare, e ho già riletto Ubik mesi fa. Cosa mi ha portato a cambiare le mie abitudini?


Credo di aver scoperto un nuovo valore da dare ai libri, diverso dal puro e semplice valore di intrattenimento. È stato rivoluzionario incontrare Philip Dick perché per la prima volta attraverso un'opera d'arte mi sono sentito che l'autore parlava proprio di me: parlava dei miei problemi, parlava delle cose che mi stanno a cuore; dava valore a ciò a cui io do valore. Mi sono sentito rispecchiato.


Allora ogni pagina è diventata un motivo e un luogo di riflessioni... Lo stile, l'ambientazione, la trama, gli intermezzi dell'autore - sono diventati modi in cui io riscopro me stesso e le cose che per me hanno valore. Rileggere diventa allora un'attività paragonabile alla meditazione: un modo per andare a fondo nel vedere la propria verità personale, attraverso le parole di un altro.


Per me personalmente non c'è esempio più lampante di questo, che ho trovato già nelle prime pagine di Un Oscuro Scrutare:


Ma, continuò a pensare, quando si vive dentro, al sicuro, e si guarda fuori, e il muro è elettrificato, e le guardie sono armate, perché mai si dovrebbe pensare alle sofferenze altrui?

Nel contesto di questo romanzo distopico, dove la società è divisa tra poveri disgraziati tossicodipendenti dalla Sostanza M., e una classe agiata al sicuro nelle proprie mansions chiamati "i perbene", questo pezzettino di testo diventa rivelatore di verità universali: sul disprezzo dei più forti per i più deboli, sul senso di potere che le classi agiate hanno rispetto alla "marmaglia" che infesta le strade e che viene vista come una piaga sociale. Ogni lettura e rilettura può aprire a significati nuovi: prima puoi venire investito soltanto dal peso emotivo del dramma di una società e un umanità in crisi. La seconda volta che leggi magari invece fai dei parallelismi con quello che succede nel tuo mondo adesso: sulla discriminazioni che subiscono i malati mentali o i tossicodipendenti nel tuo paese. Alla terza rilettura magari pensi a come vorresti invece che fosse, il mondo: e cioè a come questa sofferenza potrebbe essere rimarginata. E via via così, forse fino all'infinito, sempre a dischiudere significati nuovi dall'opera...


In un certo senso la rilettura alla fine è la conferma della grandezza di un'opera o di un autore. Che sia solo una grandezza privata, perché parla in particolare a te - o che sia una grandezza intersoggettiva dove un'opera viene ritenuta un classico dalla tua società, il valore di rileggere diventa il valore di ri-confrontarsi con qualcosa di grande e importante. Questa è stata la mia scoperta nel decidere di riprendere in mano un libro: realizzare che potevo "andare più a fondo"; che potevo scoprire di più sulle cose che mi stanno a cuore.



Questo è il primo post di una serie sul libro Un Oscuro Scrutare: la rilettura ha suscitato queste riflessioni riguardo il rileggere in sé. Presto ci saranno altri approfondimenti sull'opera riguardo i punti salienti e più importanti per me, stay tuned!






 
 
 

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